PODERI “LUIGI EINAUDI”…UN LUOGO DOVE IL PROFUMO DEL BUON VINO SI UNISCE A QUELLO DELLA STORIA.

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Vista delle colline dai “Poderi Luigi Einaudi”

Questa è l’emozione che ho provato soggiornando, nella cornice delle Langhe, ai “Poderi Luigi Einaudi”, sede delle cantine omonime che si trova a Dogliani in provincia di Cuneo. La foresteria, che è stata ricavata dall’antica residenza di vacanza della famiglia Einaudi, profuma di storia, ogni suo angolo raccoglie frammenti del passato.Tuttavia il servizio e la struttura è degna di un grande albergo, con la differenza che l’accoglienza che ho ricevuto dal personale mi ha fatto sentire a casa. La colazione mi ha soddisfatto nella sua genuinità, non grandi abbondanze di prodotti commerciali, ma tutto estremamente naturale e ben presentato; tra questi ottime le marmellate create da CasaMatilde, una azienda agricola posta vicino al Relais, ma di questa realtà vi parlerò in un prossimo articolo. Non è presente il ristorante, ma l’offerta attorno alla struttura è ampia, d’altronde ci troviamo nelle Langhe, un tempio della gastronomia piemontese. Inoltre a disposizione degli ospiti una cucina atrezzata e se non bastasse uno chef cucinerà per voi un menu in loco.

Il piacere e l’emozione non si ferma alla sola struttura ricettiva, nei suoi sotterranei si cela una cantina dove si creano e si conservano i migliori vini dell’azienda. Il piacere nel soggiornare in questa location è di potersi rilassare regalandosi un piacevole percorso enologico. Molto gradito, all’ora dell’aperitivo, la possibilità di degustare i vini perfettamente relazionati da Lorenza, colei che ci ha guidati anche nella visita alla cantina . MI ha colpito la struttura del Barolo Cannubi 2006 un Cru dell’azienda che si presenta con un bel colore rosso granato con lievi tonalità ambrate, al naso evidenti note fruttate di ciliegia e prugna con leggera evoluzione di tabacco e anche floreale di rosa e viola. Spiccate i profumi di frutta e spezie. Al palato ecco che esce tutta la struttura di un grande Cru di grande corpo pur mantenendosi fine e vellutato, intenso il finale speziato. Parliamo comunque di un vino di grande longevità, che tenuto bene in cantina ci regalerà negli anni sempre delle grandi emozioni.

Altro vino assaggiato il Barolo Terlo 2011, un vino ancora giovane che mostra tutta la sua freschezza in aromi di frutta spiccati che sicuramente invecchiando lasceranno spazio a profumi, che di più appartengono a questo vino, quali il cuoio, il tabacco e lo speziato.

Per ultimo, e non per importanza, ho assaggiato il Dolcetto Dogliani Sup. Vigna Tecc , un vino che si presta a essere bevuto con più facilità dei Baroli sopradescritti, ma che riserva parecchie sensazioni olfattive e gustative. Stiamo parlando di un vino che proviene da un assemblaggio bilanciato di uve dolcetto dei più vecchi vigneti di proprietà dell’azienda agricola Einaudi, posti sui “sorì” di Dogliani. Ci troviamo quindi di fronte ad un vino elegante e fresco, ricco in sentori di frutta, buon corpo, sapori intensi di sottobosco.

Allego delle immagini che ben descrivono il luogo, con l’augurio a chiunque di passare anche solo un weekend in questo magnifico Relais.

Qui sotto una piccola galleria immagini.

Link al sito dei Poderi Luigi Eìnaudi

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FRANCIACORTA SATEN 2010 VINTAGE COLLECTION

Arrivato per caso in occasione di un aperitivo aziendale ha deliziato i palati degli ospiti che ne hanno apprezzato la morbida eleganza, merito, come spiegano alla Ca Del Bosco, del piccolo segreto: – durante il tiraggio, la fase in cui si aggiungono zuccheri e lieviti per dare inizio alla seconda fermentazione in bottiglia, al Satèn si aggiunge una minore quantità di zucchero-. Vino ottenuto da 85% di chardonnay e 15 % di Pinot Bianco.

Non solo emozione visiva….

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DOSAGE ZÉRO UNA GRANDE SORPRESA

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Ebbene si, questo vino mi ha conquistato. E’ successo per caso, non compariva nella mia umile lista, ma la scorsa settimana, per una cena di compleanno, un cliente mi ha chiesto di creare un buffet di crudo di mare con un vino della cantina  di Ca’ del Bosco. Sentita la mia enoteca di fiducia mi faccio arrivare un Dosage Zèro 2009, sinceramente avevo assaggiato quasi tutta la linea di questa rinomata cantina, ma non lui e poi generalmente la richiesta dei clienti ricade sempre sul Cuvèe Prestige, forse il più banale, ma anche il più conosciuto.( presente nella mia carta…)

Alla vista presenta un bel colore paglierino oro brillante, perlage sottile e continuo, naso elegantissimo per finezza di definizione e freschezza con una bella vena minerale, toni floreali di pesca bianca e fiori d’arancio, accenni di frutta esotica, frutta secca, mandorle, pesca, si denotano anche alcune note mielose.Una pienezza in bocca, di grande soddisfazione, senza spigoli, grande freschezza e perfetto bilanciamento, si denota subito un equilibrio e piacevolezza con un gran finale, che rimarca  la sua straordinaria freschezza, lunga persistenza aromatica, non ti lascia mai.

Noi l’abbiamo servito con fantastico buffet di crudo di mare tra cui un salmone fresco da noi marinato, ostrica con zenzero caramellato, gambero di Sicilia, tonno rosso su riso basmati e non solo, un apoteosi.

Non solo emozioni visive…

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CHE STORIA QUESTO HISTORIA…

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Grande verticale ieri sera al ristorante di Castelconturbia, Naturalis Historia 2007, 1998, 1997. Abbiamo sperimentato insieme con degli ospiti Svedesi un salto di ben dieci anni, di un grande vino. La prima considerazione è stata che; la longevità di questo vino è il suo punto di forza. Naturalis Historia è un vino ottenuto con uve provenienti da un vigneto di oltre 40 anni della  tenuta di Mirabella Eclano. Di grande struttura e longevo, rappresenta in maniera egregia il territorio dell’Irpinia. SCHEDA HISTORIA

Non solo emozioni visive…

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PROFUMI E SAPORI DEL SALENTO

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Il piacere di rivedere un amico, tornato dalla sua Puglia, si accresce il momento stesso che assaggi i suoi doni. E’ proprio in quei prodotti che lui mi ha portato che ritrovo il calore della gente di campagna, dove si mangia sano e genuino. Ma la sorpresa più grande arriva dall’assaggio del vino ricevuto, si tratta del “Teresa Manara Negroamaro Salento IGT 2011”.

Dopo aver lasciato la bottiglia aperta per circa un’ora passo a degustarlo. Solo a versarlo e già si nota un bel colore scuro, scurissimo con unghia rosso rubino. Il primo giro di bicchiere e saltano subito al naso le note di ciliegia e mora in confettura, terra umida e sottobosco, note balsamiche, cacao amaro, pepe e cannella leggermente tostata, un Negroamaro di razza, la barriques si sente ma non è invadente. Nonostante sia un vino del sud, che per molti e simbolo di ruvidezza, io ci trovo molta eleganza. Passo all’assaggio, i quattordici° gradi si sentono subito, ma non danno fastidio, anzi armonizzano con un tannino vellutato non aggressivo, una giusta grassezza ti riempie la bocca. Un equilibrio perfetto che denota un gran lavoro in cantina, una giusta persistenza aromatica ti lascia un finale amaricante e gradevole. Piacevolmente convinto di aver assaggiato un grande vino, se poi ci aggiungiamo di averlo bevuto accompagnandolo ad un salamino della zona di Lecce e una Scamorza Pugliese non affumicata direi …non solo emozione visiva…

By Giorgio

Nel frattempo ho trovato il blog dell’azienda, merita una visita.

Blog Cantine Cantele

 

DOPPIO MAGNUM TAURASI RADICI RISERVA 2003 MASTROBERARDINO

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Doppio magnum di Taurasi Radici Riserva 2003 – L’annata, la si ricorda come una delle più calde degli ultimi 30 anni, a una primavera asciutta seguiva un’estate calda e un autunno senza una goccia d’acqua, tutto questo si traduceva in una resa di uve molto bassa (- 60%).
Appena versato nel bicchiere ( non amo usare il decanter, preferisco aprire un po’ prima di servire la bottiglia e utilizzare bicchieri ampi) spicca un bel rosso granato con bei riflessi rubini, sono passati un po’ di anni, uno non se lo aspetta.
Passo all’assaggio e subito mi colpisce la concentrazione al naso e in bocca di frutta fresca, quali la fragola di bosco,il mirtillo e la prugna,un leggero sentore di tabacco e seguito da aromi come il pepe nero e la vaniglia. I tannini sono ormai levigati e si sente ancora la sua freschezza e una decisa risposta aromatica che non chiude subito.
Si può dire che,questa annata,dimostra appieno la longevità del Taurasi Radici di Mastroberardino. Spero di poter aprire presto alcune bottiglie di 1997 che stanno riposando nella nostra cantina….
Dimenticavo, grazie al gruppo di svizzeri, che ordinando il doppio magnum, mi hanno permesso di provare un grande vino italiano…
Non solo emozione visiva by Giorgio

UNO SCONTRO TRA GIGANTI CON UN VINCITORE INASPETTATO

In questa settimana ho avuto il piacere di avere a cena quattro signori svedesi, con una passione per il vino italiano. Ho avuto modo di aprire e far degustare a loro, nelle varie serate, diverse etichette. Prevalentemente piemontesi e toscani, il tutto con un loro giudizio finale che ha portato sul gradino più alto del gusto un Brunello Montalcino Tenuta Greppo Biondi Santi 2004 e un Barbera Riserva della Famiglia Coppo 2005. Ma alla fine con grande stupore hanno decretato migliore ( stiamo parlando di un loro giudizio personale) il Barbera del Cantine Coppo.
Onore al merito, ma comunque che grandi vini……..
Recensione by Giorgio

Foto dei due grandi finalisti di questa insolita gara….

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TORTA LINZER & MOSCATO D’ ASTI MONCUCCO 2011 FONTANAFREDDA

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Ricetta Torta LINZER by Matteo.

150gr burro
250 gr farina
150 gr zucchero a velo
100 gr nocciole arrostite
1 uovo
Spezie: vaniglia, scorza di limone, cannella, polvere di garofano
10 gr lievito in polvere
300 gr marmellata di ribes
Impastate il burro e lo zucchero, aggiungete la farina mescolata col lievito, le nocciole grattugiate, l’uovo e le spezie. Fate riposare la pasta al fresco, dopo mezz’ora ritirate la dal frigorifero e tagliatella in quattro parti. Spianate tre quarti della pasta a circa 1,5 cm di spessore per un diametro di 22cm, spalmatevi sopra la marmellata di ribes( l’antica ricetta prevedeva di mettere delle ostie prima della marmellata). Il resto della pasta va aggiunto sopra come orlo e a storici online a forma di grata. Spalmate la superficie dell’orlò e della grata con un po’ d’ uovo e coprite con sottili fette di mandorla. Mettete a forno per 40-45 minuti a circa 190 gradi.

Moscato d’Asti Moncucco 2011 Fontanafredda.

Vitigno:
Moscato bianco

Resa in vino:
65%

Produzione media:
45 hl per ettaro.

Collocazione geografica:
la collina di Moncucco si trova nel comune di S. Stefano Belbo, nel cuore della zona di origine del Moscato d’Asti

Caratteristiche dei vigneti:
i vigneti sono posti sul versante sud di una collina caratterizzata dalle forti pendenze e dal terreno bianco tipico dei suoli di origine sedimentaria, ricchi di marne calcaree e con un pH fortemente alcalino. L’età delle viti varia dai 20 ai 40 anni.

Vinificazione:
l’uva raccolta in cassette viene in parte immessa direttamente nelle presse e in parte, dopo essere stata diraspata, viene avviata in un serbatoio termocondizionato dove sosta per circa 12 ore alla temperatura di 5°C subendo una breve criomacerazione. Un programma di pressatura molto delicato consente di estrarre dagli acini solamente il mosto fiore che viene lasciato decantare a freddo, separandolo dalla fase solida presente nel mosto. La fermentazione si avvia quando la temperatura raggiunge i 18°C e viene arrestata quando sono raggiunti i 3 gradi alcolici. A questo punto il Moncucco viene stoccato nell’acciaio alla temperatura di 0°C per un periodo di affinamento che dura fino all’inizio della primavera successiva.
Allora il vino viene trasferito in un serbatoio a pressione, dove la fermentazione si completa fino al raggiungimento di 5,5 gradi alcolici.

Caratteristiche organolettiche:
le caratteristiche tipiche del vigneto si esprimono in modo evidente nel bicchiere già a partire dal colore, un bel giallo paglierino con riflessi dorati, ma soprattutto con un’esplosione di aromi che ricordano con grande intensità il profumo dell’uva da cui il vino si origina. In particolare
affiorano i sentori di pera matura, pesca bianca, miele, fiori di robinia, tiglio e d’arancio, salvia e limone. In bocca la densità appare l’elemento predominante e infonde una sensazione di pienezza che va a bilanciare la freschezza acida e il petillant residuo della fermentazione. Di lunghissima persistenza, richiama alla memoria in modo netto la luce e il calore del grappolo di moscato maturo appena raccolto.

Abbinamenti consigliati:
gradevolissimo nel fuori pasto, è l’ideale compagno di molti tipi di dessert, anche elaborati.

Gradazione alcolica:
5,5% Vol.

Temperatura di servizio:
8-10 °C

GATTINARA CHE PASSIONE

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Ecco i piaceri della mia professione, questa sera ho aperto una bottiglia di un vino del 1999.
Tredici lunghi anni sono passati dalla vendemmia, diversi traslochi di cantina in cantina dovuti ai miei spostamenti.Ma lui ha tenuto bene il passo, rivelandomi un insieme di sensazioni che, per chi ama come me il buon vino, riempiono le fredde serate d’inverno……
Come si vede in foto stiamo parlando di un Gattinara Travaglini Tre Vigne – 13.5°,nebbiolo in purezza, viene vinificato da una selezione di uve provenienti da tre vigneti storici di Gattinara: Lurghe, Parolone e Alice. Affinato 30 mesi in botti di rovere di Slavonia, il 25% della produzione viene posta in barriques di rovere francese per un anno, quindi addizionato al resto del vino e messo in bottiglia, dove affina per altri 10 mesi prima di essere commercializzato.La guida Duemilavini nel 2004 gli conferì 5 grappoli, e nello stesso anno vinse l’oscar della Duja d’Or.
Che dire, un peccato averne una sola bottiglia……